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Vista con granello di sabbia di Wislawa Szymborska

Già premio Nobel nel 1996, Wislawa Szymborska in Italia conobbe la fama solo in coincidenza della morte - avvenuta in una frizzante giornata del febbraio 2012.


Perché Wislawa piace così tanto anche a chi non è avvezzo alla poesia? Perché in versi liberi canta, con una dolcezza e una soavità senza paragoni, le cose della vita quotidiana stravolgendo e ribaltando le prospettive e i punti di vista.




In anni di letture non ho mai trovato in nessun altro poeta, vivente o deceduto, italiano o straniero, versi tanto avvincenti e appassionati come questi di Wislawa. Da un po' di tempo le sue poesie stanno impazzando (a ragione) sui comodini di mezzo mondo, anche su quelli dove spesso per la poesia non c'è stato spazio. Caratteri fondamentali della poesia di questo premio Nobel polacco: un amore smisurato per la vita, per le piccole-grandi gioie quotidiane che ritornano a noi identiche appena leggiamo solo qualche pagina. Wislawa tratta con soavità i grandi temi universali: la vita con la memoria e con il passato, i sentimenti, la perdita. Nei suoi versi non si avvertono parole giudicanti e non si percepisce superbia ma solo un incommensurabile compassione per le vicende dell'uomo e del mondo.


Se la poesia ha uno scopo, questo sarà permetterci di riconoscerci tra le righe, aiutarci a dare parole ai nostri travagli quotidiani, infondere bellezza dove bellezza spesso non vediamo, eppure c'è. E da ultimo: farci sentire meno soli, appartenenti al genere umano, accomunati tutti quanti dallo stesso desiderio vitale di assaporare la felicità.

Di  seguito una delle poesie più rappresentative, intitolata Amore a prima vista.


Sono entrambi convinti che un sentimento improvviso li unì. E' bella una tale certezza ma l'incertezza è più bella

Non conoscendosi, credono che non sia mai successo nulla tra loro. Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi dove da tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro se non ricordano - una volta un faccia a faccia in qualche porta girevole? uno "scusi" nella ressa? un "ha sbagliato numero" nella cornetta? - ma conosco la risposta. No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere che già da parecchio tempo il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto a mutarsi per loro in destino, li avvicinava, li allontanava, gli tagliava la strada e soffocando una risata si scansava con un salto

Vi furono segni, segnali, che importa se indecifrabili. Forse tre anni fa o lo scorso martedì una fogliolina volo via da una spalla a un'altra? Qualcosa fu perduto e qualcosa raccolto. Chissà, era forse la palla tra i cespugli dell'infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli su cui anzitempo un tocco si posava sopra un tocco. Valigie accostate nel deposito bagagli. Una notte, forse, lo stesso sogno, subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti è solo un seguito, e il libro degli eventi è sempre aperto a metà.


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