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L'amata perduta di Johannes Urzidil

Aggiornamento: 27 lug 2018

La vita dell'uomo è intessuta di libertà e necessità.

Questo libro è stato una scoperta. L'ho acquistato senza aver mai sentito parlare né dell'autore (in realtà piuttosto noto per chi ama la letteratura mitteleuropea) né dell'opera, attratta invece dal magico Odilon Redon che spicca in copertina e che è stato uno dei miei amori adolescenziali insieme al simbolismo e a Baudelaire.


Ebbene, L'amata perduta sono undici racconti autobiografici nei quali Urzidil narra del proprio amore, intriso di nostalgia e di rimpianto, per Praga e i suoi abitanti. Ci imbattiamo così in una schiera di fantasmi femminili tra cui bambine defunte, ragazzine taumaturghe, femmes fatales che suonano pianoforti in case abbandonate, gli amori giovanili e la scoperta della poesia e cantanti d'opera morte in circostanze misteriose.


Johannes Urzidil nasce a Praga nel 1896 e fu un intellettuale e scrittore tra le altre cose amico di Kafka. Nel 1938 l'avanzare della guerra lo costrinse a espatriare in Inghilterra e pochi anni dopo negli Stati Uniti. Morì a Roma nel 1970 senza essere mai più tornato a Praga.


Cito di seguito uno dei passi più rappresentativi:


"Uno degli ultimi e perciò migliori servizi che un uomo può rendere a un altro uomo é il riso che egli suscita in lui come profonda liberazione dalle ansie e dagli affanni. Un altro servizio consiste nel suscitare la cognizione che esistono pur sempre delle zone nelle quali é possibile tener testa all'assalto più spietato degli eventi, ripari in cui trova scampo colui che ha la forza di accorgersi come in realtà sia privo di senso tutto ciò che in strati luccicanti si é sovrapposto al nocciolo dell'esistenza, e sotto cui questo nocciolo é stato dimenticato."

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